Luigi Gattinara “Fotopittografo”
Non avevo ancora incontrato Luigi di persona che già lo conoscevo dai suoi lavori.
Le sue fotografie non facevano il “verso” alle luci dei quadri fiamminghi ma reinterpretavano l’uso di quello stilema per il raggiungimento di un sofisticato risultato “diverso” nella rappresentazione dei soggetti “pittografati”.
Di soggetti si trattava e non già di semplici e banali oggetti, poiché, non dissimilmente dai grandi pittori del passato, che al posto della figura umana nobiliare come riferimento avevano inserito un popolano, Luigi Gattinara aveva posto un oggetto, una posata da tavola, un oggetto d’arredamento, bardato come un soggetto nobiliare con una restituzione immaginifica insuperabile.
L’immagine dell’Autore che accompagna queste immagini era una sua foto, da autentico “artista”, ammantato dal fascino misterioso, del buio che lo circondava, da un filo di fumo di un sigarillo e da uno stemma nobiliare che rimandava alla visione di castelli e cavalieri ammantati, mantelli che, Luigi Gattinara, dedicava, non senza autoironia, a quegli oggetti pittografati che assurgevano ai fasti del cavalierato.
Quando ci siamo personalmente incontrati, ho ritrovato, quel personaggio che avevo immaginato dalle sue fotografie ed è stata subito amicizia.
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